Prima di descrivere la mia disavventura a Barcellona, faccio una breve premessa. Sono sempre stato uno di quei ragazzi attenti ed estremamente scrupolosi quando escono di casa, che si tratti di un pranzo dalla nonna che abita al piano di sotto, che per un viaggio alla scoperta del godrillosauro della Malesia. Sono uno di quelli che si guarda intorno sulla metropolitana, evita spazi troppo affollati, insomma sono un “perfettino“. Detto questo ecco quanto mi è successo.
Fin da prima che la politica italiana convalidasse il 17 marzo festa nazionale, io avevo già il biglietto per la mia prima visita in Spagna: 4 giorni a Barcellona. Con me, per fortuna, la mia ragazza, suo fratello e la ragazza. Giovedì arriviamo verso le 11 a Barcellona e andiamo in cerca del nostro hotel e, una volta sistemati, alle 13 siamo pronti per visitare la città: Passeig de Gràcia, Casa Batlló, Casa Milà (La Pedrera). Nel frattempo mangiamo da TapaTapa e subito entriamo a contatto con l’ambiente circostante. Per cena cerchiamo il sushi: so che siamo in Spagna, ma nella nostra guida troviamo un locale consigliatissimo nel quartiere gotico: Shunka.
Il venerdì ripartiamo con Park Güell (che scarpinata sotto il sole!) e poi, finalmente, Las Ramblas: pranzo alla Boqueria spelluzzicando stuzzichini, pesce fritto, frullati e frutta fresca. Perché non concludere con un bel caffè? Qui davanti a noi nel frattempo si è materializzato Starbucks, entriamo! Ordino da bere, pago e rimetto il portafoglio dentro la tasca interna del mio giacchetto, prendo i due bicchieri e vado al nostro tavolo. Accanto ci sono altri 3/4 tavoli di cui uno con una coppia di ragazzi dall’aria italiana, ma non hanno spiccicato parola per tutta la loro permanenza, comunque erano lontani da me. Gli altri tavoli erano vuoti. Dopo 10, o massimo 15, minuti cerco il portafogli per fare i conti con i miei compagni di viaggio e… cucù, il portafogli non c’è più!! In breve tempo giro il locale e chiedo al personale. Blocco carta di credito e bancomat quasi all’istante (avendo il vantaggio di avere un’amica che lavora in banca) e vado a fare il giro dei cestini della spazzatura e dei vicoletti, ma niente da fare. Trovo due poliziotti che molto gentilmente mi chiedono prima se ho visto il ladro e poi mi indicano dove poter fare la denuncia , specificando che lì avrei trovato qualcuno in grado di parlare il mio “idioma“. Bene, a fare la denuncia trovo altre persone, di cui 2 italiani, lì per lo stesso motivo. Con la denuncia in mano esco dal distretto un po’ rammaricato, ma del tutto ignaro di quello che mi aspetta.
Sfruttando una wifi pubblica, cerco di trovare su internet qualche informazione per volare lo stesso con Ryanair. Quello che trovo mi getta quasi nel panico: “Ryanair non accetta la denuncia della polizia per volare”. Ecco fatto: doppiamente beffato! Vabbè, penso, c’è il Consolato italiano a Barcellona, mi rivolgerò lì. Chiaramente il Consolato è aperto solo dal lunedì al venerdì (nel frattempo si è fatto venerdì sera) e il sito riporta un numero di telefono ma specifica “non deve essere usato per passaporti o carte d’identità“. Grazie! Cerco di tranquillizzarmi, l’indomani tutto si risolverà.
Sabato mattina chiedo all’albergo se possono aiutarmi. Il concierge di turno (il disponibilissimo Dean) cerca di contattare Ryanair in qualsiasi modo ma non ci riesce. Alla fine chiama il Consolato e me lo passa. Spiegato l’accaduto, il funzionario di turno mi dice (testuali parole): “dalle nostre informazioni, Ryanair non accetta nessun altro documento. Qualsiasi cosa io possa rilasciarti, non gli va bene.” Ottimo! Intanto dall’Italia ricevo più o meno le stesse notizie e inoltre gli uffici Ryanair a Pisa non sanno rispondere a questo problema. Dopo qualche ora di tentativi più disperati provo a chiamare Alitalia: avranno un volo da Barcellona?!? Così trovo su internet il numero del servizio clienti Alitalia: compongo 0039 06 2222. Risponde una voce maschile: “Hola!”. Ma come “Hola”, non ho chiamato in Italia? Vabbè, dico: “Posso parlare in italiano?” Risposta: “NO“. Resto interdetto per qualche secondo dalla sorpresa e allora provo di nuovo: “Can I sp..“. Non riesco a finire la domanda che il tizio dall’altra parte riattacca. ASSURDO! Ok, basta: sono furioso e voglio andare all’aeroporto a parlare a quattr’occhi con qualcuno. Girona dista un’ora e 20 di autobus (o mi dicono 130 € di taxi, solo andata). Scelgo di andare a Barcellona El Prat, nel caso compro un biglietto Iberia. Dopo 5,30 € e 20 minuti di autobus, arrivo all’aeroporto. Nel frattempo dall’Italia vengo informato che è stata trovata la fotocopia della mia carta d’identità: finalmente una buona notizia. Al Terminal 1 l’addetta di Iberia mi dice che posso volare con la sola denuncia e che c’è un volo la domenica mattina (250 € circa) o il lunedì (alla modica cifra di 780 €). Tentenno un attimo e mi viene in mente una cosa: ci sarà un ufficio Ryanair lì? Chiedo. C’è! Bene, voglio parlarci. Ma è al Terminal 2, quindi: autobus e altri 10 minuti. Una signorina mi assicura che con la fotocopia del documento e la denuncia posso volare da Girona. Finalmente!!! Grazie Iberia, ma non ho bisogno.
Come mi succede spesso in questi casi, sono sollevato, ma ho sempre quella strana sensazione di “strizza” che mi pervade per tutta la domenica. Così, nonostante avessimo il volo alle 22.20, decidiamo di partire per Girona alle 18.15. Arrivati sul posto (19.30 circa) arriva la mazzata finale: non riesco a dire “Hola” che l’addetta Ryanair mi guarda e mi dice “NO!“. Così le spiego che a Barcellona mi è stato assicurato che potevo volare, ma ricevo un “No! Questo è il numero del Consolato italiano di Girona”. Le chiedo cosa devo chiedere al Consolato, ma lei risponde di nuovo “NO!”, con la gentilezza che si può trovare innata nelle piante grasse. “Ringrazio” e me ne vado. Provo da un’altra tipa al check-in la quale mi dice: “fatti cambiare il volo e parti da Barcellona”. Domanda: ma la politica di Ryanair non è uguale per tutti gli aeroporti?!? Secondo pensiero: prendo un qualsiasi altro volo e me ne vado lo stesso. Provateci! A Girona c’è solo Ryanair: un incubo!!!!
Vado all’ufficio informazioni e trovo una ragazza gentile che sa già che esiste un treno che parte alle 20.56 (nel momento si sono fatte le 19.50) per Milano che arriva alle 10 la mattina dopo 13 ore di viaggio. Devo però prendere un taxi perché l’autobus per la stazione ci mette un’ora di tempo. Decido di sfruttare l’occasione e da solo (perché troppo facile vendere 4 biglietti e poi guadagnarci sopra perché 2 o 3 non si presentano!!!). I miei compagni, preoccupati forse più di me, prelevano dai propri bancomat il possibile e me lo affidano mentre corro verso un taxi. Arrivo alla stazione in 30 minuti grazie alla guida sportiva del tassista (anche su mia richiesta) e prendo un 136 € di biglietto per Torino (il treno da Girona ferma a Bardonecchia, Torino, Novara e Milano). Mentre aspetto sul binario ho un attimo di crisi nervosa al telefono con i miei genitori, ma mi riprendo. Compro da bere e quando torno sul binario trovo due ragazze italiane che sono nelle mie stesse condizioni: anche loro derubate (una proprio assalita da un borseggiatore) e conosciute all’aeroporto. Rinominiamo il treno del rimpatrio come il treno dei derubati e saliamo.
Ora sono sul treno in una comoda poltrona reclinabile (butaca), una coperta rossa, una borsetta con spazzolino e dentifricio da viaggio, due riviste e una bottiglietta d’acqua (naturalmente compreso nel prezzo del biglietto). Mi sembra quasi di stare nella classe business dell’aereo. Penso allora ai miei poveri amici costretti a volare con Ryanair tutti stretti, scomodi, con mille messaggi pubblicitari. Beh, sicuramente faranno prima di me ad arrivare a casa, ma poteva andarmi peggio.
Ripensando a questa esperienza ci rideremo sopra…. magari domani. Oggi non mi sento pronto 😉
Ringraziamenti (in ordine di apparizione)
- Serena, Riccardo e Clara per il supporto morale (ed economico) in questa “nostra” disavventura
- Polizia di Barcellona
- Dean: il concierge “capace” del Confortel Auditori che ha cercato in tutti i modi di aiutarmi
- il tassista Alonso che mi ha fatto arrivare in tempo alla stazione
- il TrenHotel per avermi portato in Italia
- babbo e Francesco per avermi portato a casa
Auguro infine costanti attacchi di dissenteria fulminante (in ordine di apparizione)
- al ladro che ha dato luogo a tutto ciò
- Ryanair: un po’ tutto il personale a terra dell’aeroporto di Girona ma anche alla dirigenza che ha deciso ‘sta pagliacciata di politica
- Javier: il concierge “inetto” del Confortel Auditori che ha preferito guardare la polvere piuttosto che parlare in spagnolo con il servizio clienti di Iberia
- Alitalia sicuramente per l’ottimo servizio in italiano
- il Consolato italiano, perché nonostante sia a conoscenza di questo problema per molti concittadini, non sembra ammazzarsi in alcun modo per dar loro aiuto.