Prima di descrivere la mia disavventura a Barcellona, faccio una breve premessa. Sono sempre stato uno di quei ragazzi attenti ed estremamente scrupolosi quando escono di casa, che si tratti di un pranzo dalla nonna che abita al piano di sotto, che per un viaggio alla scoperta del godrillosauro della Malesia. Sono uno di quelli che si guarda intorno sulla metropolitana, evita spazi troppo affollati, insomma sono un “perfettino“. Detto questo ecco quanto mi è successo.
Fin da prima che la politica italiana convalidasse il 17 marzo festa nazionale, io avevo già il biglietto per la mia prima visita in Spagna: 4 giorni a Barcellona. Con me, per fortuna, la mia ragazza, suo fratello e la ragazza. Giovedì arriviamo verso le 11 a Barcellona e andiamo in cerca del nostro hotel e, una volta sistemati, alle 13 siamo pronti per visitare la città: Passeig de Gràcia, Casa Batlló, Casa Milà (La Pedrera). Nel frattempo mangiamo da TapaTapa e subito entriamo a contatto con l’ambiente circostante. Per cena cerchiamo il sushi: so che siamo in Spagna, ma nella nostra guida troviamo un locale consigliatissimo nel quartiere gotico: Shunka.